Davanti alla porta dell’ascensore aspettano: un signore in sedia a rotelle, io, mamma, babbo, una signora con neonato in carrozzina accompagnata dalla madre e dal marito. Tutti diamo la precedenza al signore in sedia a rotelle che, essendo il primo a entrare, si posiziona in fondo all’ascensore. Poi entriamo mamma, babbo, e io perché spinti dalla carrozzina alle nostre spalle: “forza, forza, fate spazio, deve starci anche la carrozzina”. La finiamo quindi con la faccia attaccata a una parete laterale dell’ascensore, con le braccia alzate per diminuire il volume dei nostri corpi, ma tutti dentro.
La porta si apre, nessuno accenna il minimo movimento. Io mi rivolgo timidamente alla padrona della carrozzina con neonato:
– Scusate, vorremmo uscire!
– Uscire?
– Eh sì, vorremmo uscire, dall’ascensore, è possibile?
– Avreste dovuto dirlo prima che volevate scendere per primi!
– Scusi, è possibile scendere? Sa, se lei adesso riuscisse a fare un passettino all’indietro uscendo in parte dall’ascensore e liberando il passaggio, anche non completamente, guardi ci basta un terzo dello spazio previsto per lasciare l’ascensore, se ci fa la grazia risolve il problema senza troppi danni collaterali..
– La prossima volta è bene pianificare la disposizione in ascensore in base all’ordine di uscita
– Cerrto signora, e a lei le mettiamo in testa un elmetto giallo, in mano una bacchetta e nell’altra una pianta dell’ascensore, grazie del consiglio prezioso ma penso che sarà più semplice evitare di prendere l’ascensore in sua presenza.